emergenza

Per fortuna una parte di tale complessità svanisce se vediamo il fenomeno a livello meno microscopico. Per esempio, possiamo prevedere con una certa precisione quanto tempo è necessario perché l'acqua inizi a bollire, e per farlo ci basta conoscere qualche quantità fisica di facile misurazione, come la massa, il potere calorifico del gas, e cosi via. Per arrivare a un risultato più preciso potrebbe essere necessario tenere conto di dati più raffinati, come il numero e il tipo di nuclei di ebollizione. Ma anche questi sono fenomeni relativamente di alto livello, composti da quantità intrattabili di eventi che accadono a livello atomico. Vi è quindi una classe di fenomeni - tra cui la liquidità dell'acqua e la relazione tra contenitori, fonti di calore, ebollizione e bolle - che si possono spiegare tranquillamente l'uno in funzione dell'altro, senza fare riferimento a ciò che accade a livello atomico o subatomico. Potremmo definire i fenomeni di questa classe come quasi autonomi, cioè «quasi spiegabili nei termini di altri rappresentanti della classe stessa». La proprietà per cui sono possibili spiegazioni a livello più alto di fenomeni intrattabili a livello microscopico è detta emergenza.
1 fenomeni emergenti sono una piccola minoranza. Riusciamo a prevedere quando l'acqua bollirà e che a un certo punto compariranno delle bolle, ma non siamo in grado di calcolare le traiettorie delle singole bolle (o, più precisamente, la probabilità dei loro vari moti possibili, come vedremo meglio nel capitolo xi). Né tantomeno sappiamo prevedere le innumerevoli proprietà microscopiche dell'acqua, come ad esempio se il numero di elettroni coinvolti nel processo di riscaldamento sia, a un dato istante, pari o dispari.
Fortunatamente, di solito, prevedere o spiegare queste proprietà non è interessante, anche se i fenomeni in questione sono la stragrande maggioranza. Non hanno a che fare, infatti, con le nostre esigenze tipiche, come conoscere la composizione chimica dell'acqua o trovare modi per scaldarla e preparare il té: ci basta sapere che a un certo punto bollirà, non dove appariranno le bolle e che traiettorie seguiranno; vogliamo che il volume del liquido sia compreso entro certi limiti ragionevoli, non determinare il numero di molecole che lo compongono. Gli obiettivi che ci prefissiamo sono raggiungibili perché sono esprimibili in termini di proprietà emergenti, fenomeni quasi autonomi di alto livello per cui abbiamo buone spiegazioni. E i dettagli microscopici, in genere, non sono necessari per comprendere il ruolo dell'acqua nell'ordine cosmico, perché sono quasi tutti di livello locale.

Deutsch D. L' inizio dell'infinito. Spiegazioni che trasformano il mondo. Einaudi; 2013
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Ciò che è ovvio per molti fisici (e a quanto pare anche per mio genero) è che a differenti livelli di struttura vi sono tipi diversi di organizzazione, e interazioni del tutto differenti governate da leggi differenti: l'una emerge dall'altra, ma non lo fa in modo prevedibile. Questo è vero anche per qualcosa di fondamentale come l'acqua che si trasforma in ghiaccio. Lo ha fatto notare il fisico Robert Laughlin: da tempo si sa che il ghiaccio ha undici fasi cristalline distinte, ma nessuna di esse è stata prevista da principi primi!

Gazzanica M. Chi comanda? Scienza, mente e libero. Codice Edizioni; 2014
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