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"...eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerá nuovamente al bene,che ritorneranno l'ordine, la pace, la serenitá"Annalies Marie Frank
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DAL GOVERNO BRITANNICO ALL'INDIEPENDENZA: 1918 - 1948

 

Sotto il governo britannico

Nel luglio 1,922 la Lega delle Nazioni affidò alla Gran Bretagna il Mandato per la Palestina (Terra di Israele) e la invitò a facilitare la formazione di un Focolare Nazionale Ebraico a riconoscimento del sciando soltanto la parte occidentale del fiume Giordano per lo sviluppo del Focolare Nazionale Ebraico.

Immigrazione

Spinte dal sionismo e incoraggiate dalla "simpatia per le aspirazioni ebraiche" della Gran Bretagna, come era stata espressa dal Segretario agli Esteri Lord Balfour (1917), fra il 1919 e il 1939 arrivarono ondate successive di immigranti, ognuna delle quali contribuì a diversi aspetti dello sviluppo della comunità ebraica. Circa 35.000, venuti fra il 1919 e il 1923 prevalentemente dalla Russia, influenzarono profondamente il carattere e l'organizzazione della comunità per gli anni futuri. Questi pionieri gettarono le basi di una infrastruttura sociale ed economica globale, svilupparono l'agricoltura, fondarono kibbutzim e moshavim, e fornirono forze lavoratrici per la costruzione di case e strade.

Il successivo arrivo, fra il 1924 e il 1932, di circa 60.000 persone dalla Polonia, fu prezioso per sviluppare e arricchire la vita urbana. Questi immigranti si stabilirono prevalentemente a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, dove fondarono piccoli commerci, imprese di costruzioni e industrie leggere. L'ultima ondata imponente di immigrazione prima della seconda guerra mondiale si verificò negli anni trenta, in seguito alla presa del potere da parte di Hitler, e comprese circa 165.000 persone, per lo più dalla Germania. I nuovi venuti, molti dei quali erano professionisti e accademici, costituirono il primo afflusso massiccio dall'Europa occidentale e centrale. La loro istruzione, le loro capacità e la loro esperienza elevarono gli standard commerciali, migliorarono le comodità urbane e rurali e ampliarono la vita culturale della comunità.

Amministrazione

Le autorità del Mandato britannico garantivano alle comunità ebraica e araba il diritto a condurre i loro affari interni. Sfruttando questo diritto, la comunità ebraica elesse (1920) un ente di autogoverno, basato sulla rappresentanza dei partiti. L'"Assemblea degli Eletti", come fu chiamata, si radunava annualmente per rivedere le proprie attività e per eleggere un consiglio esecutivo, il Consiglio Nazionale, che metteva in pratica la sua politica e i suoi programmi. Finanziati da risorse locali e da fondi raccolti dall'ebraismo mondiale, questi enti svilupparono e mantennero una rete di servizi educativi, religiosi, sanitari e sociali in tutto il paese, per la popolazione ebraica. Nel 1922, com'era stipulato nel Mandato britannico, si costituì una "Agenzia ebraica" che rappresentasse il popolo ebraico presso le autorità britanniche, i governi stranieri e le organizzazioni internazionali .

Sviluppo economico

Durante i tre decenni del Mandato britannico, lo sviluppo del paese progredì sempre più rapidamente. L'agricoltura si estese in modo considerevole; si fondarono industrie; le acque del fiume Giordano furono sfruttate per la produzione di energia elettrica; si costruirono nuove strade attraverso tutto il paese; venne sfruttato il potenziale minerale del Mar Morto. La Histadrut - Federazione Generale del Lavoro fu fondata (1920) per promuovere il benessere dei lavoratori e fornire impiego, istituendo imprese appartenenti a cooperative nel settore industriale e servizi di mercato per gli insediamenti agricoli comunitari.

Cultura

Giorno per giorno, emergeva una vita culturale che sarebbe diventata appannaggio esclusivo della comunità ebraica nella Terra di Israele. Gradualmente si svilupparono attività nell'arte, nella musica e nella danza, con la fondazione di scuole professionali e studi. Si allestirono sale e gallerie per fornire sedi per esposizioni e spettacoli frequentati da un pubblico esigente. L'inaugurazione di un nuovo spettacolo, la pubblicazione di un nuovo libro o la mostra retrospettiva di un pittore locale, erano tutte recensite dalla stampa e divenivano immediatamente oggetto di discussione nei caffè e nei ritrovi sociali.

La lingua ebraica venne riconosciuta come una delle tre lingue ufficiali del paese, insieme all'inglese e all'arabo, e venne usata in documenti, su monete e francobolli, e alla radio. Le pubblicazioni si allargarono enormemente, e il paese emerse a quest'epoca come il centro dominante dell'attività letteraria ebraica. Teatri di tutti gli stili e di tutti i generi aprirono le porte a pubblici entusiasti, accompagnati dai primi tentativi di scrivere pezzi originali in ebraico.

Opposizione araba e restrizioni britanniche

La rinascita nazionale ebraica e gli sforzi della comunità ebraica di ricostruire il paese, furono osteggiati dal sorgere di nazionalisti arabi estremisti. Il loro forte risentimento irruppe in moti di intensa violenza nel 1920, 1921 , 1929 e 1936- 1939, quando furono distrutti i trasporti ebraici, furono bruciati campi e foreste, e furono scagliati attacchi non provocati contro individui e centri abitati ebraici. Tentativi di raggiungere un dialogo con gli arabi, intrapresi fin dagli inizi dello sforzo sionista, alla fine fallirono. Di conseguenza, il sionismo e il nazionalismo arabo vennero polarizzati in una situazione potenzialmente esplosiva. Riconoscendo le mete opposte dei due movimenti nazionali, gli inglesi, che già una volta, sotto il Mandato (1922), avevano diviso il territorio, appoggiarono un'ulteriore divisione (1937), separando la zona ad ovest del Giordano in due stati, uno ebraico e uno arabo. I dirigenti ebrei accettarono l'idea della divisione e delegarono l'Agenzia Ebraica a trattare con il governo britannico in un tentativo di riformulare determinati aspetti della proposta. Gli arabi si opposero senza compromessi a ogni piano di spartizione.

Continue massicce sommosse arabe contro gli ebrei portarono l'Inghilterra (maggio 1939) a pubblicare un Libro Bianco che imponeva drastiche restrizioni sull'immigrazione ebraica, senza considerare le conseguenze che questo comportava, di negare cioè un rifugio agli ebrei dell'Europa dalla persecuzione nazista. Questa politica condusse David Ben Gurion, che doveva diventare più tardi il primo capo di stato di Israele, a dichiarare dopo l'inizio della seconda guerra mondiale: "Combatteremo la guerra come se non ci fosse il Libro Bianco, e il Libro Bianco come se non ci fosse la guerra". Durante la guerra circa 26 000 uomini e donne della comunità ebraica partirono come volontari per unirsi allo sforzo degli Alleati contro il regime nazista, prestando servizio sotto il comando britannico in molti reggimenti dell'esercito, dell'aviazione e della marina, come pure nella Brigata Ebraica.

Allegati:

Movimenti clandestini:

Durante il periodo del Mandato britannico operarono tre movimenti clandestini ebraici. Il maggiore, l'Haganah (fondato nel 1920), fu creato dalla direzione ufficile della comunità ebraica come organizzazione difensiva per la salvaguardia della sicurezza della popolazione ebraica. Dalla metà degli anni Trenta, reagì anche agli attacchi arabi e rispose alle restrizioni britanniche dell'immigrazione ebraica, con dimostrazioni di massa e sabotaggio.

L'Etzel (fondato nel 1931), rifiutò l'autocontrollo imposto dalla direzione ebraica dell'Haganah e iniziò azioni indipendenti contro obiettivi tanto arabi quanto inglesi.

Il gruppo più piccolo e più deciso, il Lehi, spinto soprattutto da una posizione anti-britannica, si staccò (1940) dall'Ekel perché questa accettava il divieto da parte della comunità ebraica di ogni attività armata clandestina durante la seconda guerra mondiale. Le tre organizzazioni furono sciolte dopo la creazione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) nel maggio 1948.

La brigata ebraica

La Brigata Ebraica si formò (settembre 1944) come unità militare ebraica indipendente dell'esercito britannico, con la sua bandiera e il suo emblema, in seguito a uno sforzo prolungatoda parte della comunità ebraica nella Terra di Israele e del movimento sionista estero, per raggiungere il roconoscimento della partecipazione del popolo ebraico alla guerra contro i nazisti. Composta da 5.000 uomini, la Brigata operò in Egitto, Italia settentrionale ed Europa nord- occidentale.

L'Olocausto

Durante la seconda guerra mondiale (1939-1945) il regime nazista deliberatamente e sistematicamente portò a termine un piano esemplare in tutti i particolari per eliminare la comunità ebraica europea, e nel corso di questa azione massacrò circa sei milioni di ebrei, fra cui un milione e mezzo di bambini. Come gli eserciti tedeschi nazisti si riversavano per l'Europa, gli ebrei venivano selvaggiamente perseguitati, assoggettati a ogni immaginabile pena e umiliazione, e ammassati nei ghetti, dove tentativi sporadici di resistenza armata conducevano a misure ancora più dure. Dai ghetti furono trasportati ai campi e trucidati in sparatorie di massa o in camere a gas. Non molti riuscirono a sfuggire all'Olocausto; alcuni scapparono in altri paesi; altri sopravvissero come partigiani e altri ancora furono nascosti da non ebrei a rischio della loro stessa vita. Di conseguenza solo un terzo, compresi quelli che avevano lasciato l'Europa prima della guerra, sopravvissero, su una popolazione di quasi nove milioni, in quelle che erano state fra le più fiorenti comunità ebraiche del mondo .

Dopo la guerra, gli inglesi resero più rigide le restrizioni sul numero di ebrei a cui era permesso di venire a stabilirsi nel Paese. La comunità ebraica reagì creando una vasta rete di attività destinate all'immigrazione clandestina; fra il 1945 e il 1948, circa 85.000 persone che avevano perso la loro patria ed erano sopravvissute all'Olocausto, furono portate in Israele per vie segrete, spesso pericolose. Gli inglesi istituirono un blocco navale e pattuglie di frontiera per intercettare i profughi prima che entrassero nel paese e internavano quelli che catturavano in campi di detenzione nell'isola di Cipro.

La strada verso l'indipendenza

L'incapacità dell'Inghilterra di conciliare le pretese contrastanti delle comunità ebraica e araba condusse il governo britannico (aprile 1947) a richiedere che la "Questione della Palestina" fosse posta all'ordine del giorno dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Di conseguenza si costituì un comitato speciale per allestire proposte riguardanti il futuro del paese. L'Assemblea (29 novembre 1947) votò l'accettazione dei suggerimenti del comitato, e cioè di fondare due stati a occidente del fiume Giordano, uno ebraico e uno arabo. La comunità ebraica accettò il piano di spartizione; gli arabi lo rifiutarono.

In seguito al voto delle Nazioni Unite militanti arabi locali, aiutati soprattutto da volontari irregolari provenienti da paesi arabi, lanciarono violenti attacchi contro la comunità ebraica nel tentativo di annullare la decisione della spartizione e impedire la fondazione di uno stato ebraico. Dopo aver sofferto un certo numero di sconfitte, le organizzazioni difensive ebraiche sgominarono la maggior parte delle forze attaccanti, conquistando tutta la zona che era stata destinata allo stato ebraico.

Allo scadere (14 maggio 1948) del Mandato britannico sulla Palestina (Terra di Israele), la popolazione ebraica nel paese ammontava a circa 650.000, comprendenti una comunità ben organizzata con istituzioni politiche, sociali ed economiche ben sviluppate. Quello che si era creato era una nazione a tutti gli effetti, e, in realtà, un stato in tutto fuorché nel nome.

 

Centro d'Informazione d'Israele - Gerusalemme 1992
 

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Ultimo aggiornamento: 16/01/10