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"...eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerá nuovamente al bene,che ritorneranno l'ordine, la pace, la serenitá"Annalies Marie Frank
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MITTERRAND, ISRAELE E GLI EBREI

Le Monde del 17 Gennaio 1996

di Henry Hajdenberg
Presidente del Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche di Francia

  

Francois Mitterrand porta con sè un segreto: il mistero dei suoi legami con l'ebraismo e con Israele. Letterato, umanista, parla di testi biblici con Elie Wiesel ed assume Georges Dayan e Jacques Attali come consiglieri e confidenti, alla maniera di Faraone con Giuseppe. La sua educazione cattolica, i suoi impegni di gioventù, il suo passato, le sue fedeltà rivelano un uomo di rara complessità nelle sue relazioni con il mondo ebraico.

Francois Mitterrand apparteneva a quella generazione che ha visto rinascere Israele dopo la Shoah. Già nel 1947, contro l'opinione del suo stesso governo e le pressioni dei britannici, si era adoperato perchè l'Exodus potesse attraccare nel porto di Sute. Durante la Quarta Repubblica, ministro per undici volte, fece parte di tutti i governi dell'epoca d'oro delle relazioni tra la Francia e lo stato ebraico. Dopo il 1967 ed il brusco cambiamento di rotta della diplomazia del generale de Gaulle, sviluppò le sue relazioni con Israele, dove si recò a più riprese, stringendovi legami amichevoli e duraturi con i dirigenti della sinistra sionista: Golda Meir, Yitzhak Rabin e, soprattutto, Shimon Peres.

Negli anni dal 1974 al 1980, Mitterrand criticò l'ostracismo politico di Val‚ry Giscard d'Estaing nei confronti di Israele e la fornitura di uranio arricchito all'Iraq. A differenza della diplomazia francese, elogiò il trattato fra Israele e l'Egitto e denunciò il boicottaggio economico dello stato ebraico. Parallelamente, in questo periodo, fu presente a fianco dei "refuznik" dell'ex-Unione Sovietica, ed ha manifestato la sua solidarietà alla comunità ebraica, provata in seguito all'attentato di rue Copernic.

Eletto presidente della repubblica, decise immediatamente di recarsi in Israele in visita ufficiale e suscitò, così, un avvenimento di livello europeo. Il suo discorso alla Knesset nel marzo 1982 fece epoca. Davanti ai parlamentari israeliani ed a Menahem Begin, proclamò la sua visione della pace: la sicurezza per Israele e il diritto ad una patria per i palestinesi. Non diede scandalo perchè parlava da amico; pronunciò questo discorso a Gerusalemme e lo ripetè nelle capitali arabe.

L'intervento israeliano in Libano ed il salvataggio di Arafat da parte della Francia raffreddarono i suoi rapporti con i dirigenti israeliani, ma solo per qualche tempo. Alla fine, il profondo rimpianto di Francois Mitterrand era di non aver potuto veramente giocare un ruolo di mediatore fra israeliani e palestinesi. Il 9 settembre 1993, all'annuncio degli accordi Rabin-Arafat, mi confidò di essere stato particolarmente segnato da certe manifestazioni della comunità ebraica: la "12 Ore per Israele" nel 1980, e la folla immensa che l'aveva accolto; le reazioni virulente quando ricevette Arafat all'Eliseo nel 1989. Pensava, invece, di aver rimandato fin troppo quell'invito. Ciononostante dovette ammettere che "in politica, il momento giusto è essenziale [e che], allora, era probabilmente troppo presto per un riavvicinamento israelo-palestinese". Ed aggiunse: "Finalmente il momento giusto è venuto."

Con la sua celebre formula, "Dar tempo al tempo", l'appassionato di storia credeva di poterne prendere le misure. Ma l'uomo della Resistenza ai nazisti non ha capito che il tempo non cancella un'intera epoca di sofferenza. L'instaurazione dei luoghi della memoria, l'inaugurazione del museo della casa di Izieu, l'istituzione del 16 luglio, giornata nazionale di commemorazione delle retate, non faranno dimenticare i fiori sulla tomba di Philippe Petain, l'intervento nel caso Papon, il rifiuto di ammettere qualunque responsabilità dello stato nel periodo di Vichy, e, soprattutto, l'inaccettabile mantenimento di relazioni personali con Renè Bousquet, il principale responsabile francese della persecuzione e della deportazione degli ebrei di Francia.

Fra l'"amico d' Israele" e gli ebrei si è prodotta una lacerazione. Rimarrà un velo sulla sua immagine. Sarebbe il caso di gettare nuova luce sulle cause profonde delle sue relazioni paradossali con il mondo ebraico e delle sue fedeltà contraddittorie, allo scopo di comprendere meglio l'evoluzione di Francois Mitterrand nel suo tempo.

 

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Ultimo aggiornamento: 16/01/10