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"...eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerá nuovamente al bene,che ritorneranno l'ordine, la pace, la serenitá"Annalies Marie Frank
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IL SIGNIFICATO DI GERUSALEMME PER GLI EBREI, I CRISTIANI ED I MUSSULMANI

Prof. R. J. Zwi Werblowsky

 

Note

1. Cf. Mircea Eliade, The Sacred and the Profane (1959), cap. I "Sacred Space and Making the World Sacred".

2. Cf. Werner Muller, Die heilige Stadt (1961). Lo studio erudito di Muller è interessante da molti punti di vista, ma molte delle sue affermazioni sulle teorie sulla questione del Monte Sion, Der Berg Zion und der Schopfungsfelsen (179 e sgg.), sono insostenibili e assolutamente erronee.

3. Questa tesi è stata avanzata da I. Horovitz in molti lavori, come anche nel suo articolo Mi'radj nella prima edizione della Encyclopaedia of Islam. La letteratura sul ruolo di Gerusalemme nell'Islam è amplissima. Bibliografie più o meno complete si trovano nelle enciclopedie pertinenti (e specialmente nella Encyclopaedia of Islam) alle voci al-Kuds, Isra, e Miradj, come anche negli articoli citati più avanti, alle note 6, 8 e 10. A questi si deve aggiungere lo studio erudito e estremamente chiarificatore di M. J. Kister "You shall set out for three Mosques" -- A Study of an Early Tradition", in Le Muséon 82 (1969), 173-196. Affinché non si pensi che il pubblico ebraico in Israelle sia poco informato su questo argomento, desidero segnalare qui--fra le più recenti pubblicazioni - due eccellenti articoli (in ebraico): H.Z. Hirschberg, "The Temple Mount in the Arab period (638-1099) in Jewish and Muslim Traditions, and in Historical Reality", in Jerusalem through the Ages (Atti del 250 Congresso d'archeologia della Società israeliana d'esplorazione (Gerusalemme 1068), 109-119. H. Lazarus Yaffeh, "The Sanctity of Jerusalem in Muslim Tradition" in Molad, N.S. 4, no. 21 (Agosto--Settembre 1971), 219-227.

4. Chiamare una cosa "ebraica" era nel medioevo uno dei metodi più pratici per screditarla; cf. l'abitudine degli scrittori cristiani ortodossi di denunciare le tendenze millenariste come una riprovevole "giudaizzazione".

5. Goldziher, Muhammedanische Studien, II (1890), 35 e sg.

6. S.D. Goitein, "The Sanctity of Jerusalem and Palestine in Early Islam", in Studies in Islamic History and Institutions (Leiden, 1966), 135-148; questo studio riassume molte ricerche e pubblicazioni dell'autore sull'argomento (generalmente in ebraico).

7. Questo aspetto della questione merita forse di essere esaminato con una cura maggiore di quella che abitualmente gli si dedica. Il ruolo di Gerusalemme nella fede e nel sentimento dei musulmani non è esaurientemente spiegato dal solo riferimento a certi eventi miracolosi della vita del Profeta. Gerusalemme è anche il luogo dello scioglimento finale della storia di questo mondo, è il luogo sul quale si concentrano tutte le credenze e le idee escatologiche, che non sono forse meno importanti-- per il fedele musulmano--dei riferimenti "storici" del ministero del Profeta.

8. Cf. E. Sivan, "Le caractère sacré de Jerusalem dans l'lslam aux Xlle-Xllle siècles", in Studia Islamica27 (1967),149-182, in particolare pp. 152 e sg.

9. A.L. Tibawi, "Jerusalem: its place in Islam and Arab History" in The Islamic quarterly12 (1968),185-218. La citazione è da p. 196.

10. Il prof. M. Kister ha scoperto in una moschea di San Giovanni d'Acri un manoscritto di ciò che potrebbe ben essere la più antica composizione di questo genere. Il testo (la cui esistenza era già nota, poiché è menzionato da al-Maqdisi, autore del XIV secolo) è stato composto a Gerusalemme non più tardi del 410 H/1019-1020. Il testo di al-Wasiti è in corso di pubblicazione (come tesi di M.A. per l'Università Ebraica di Gerusalemme) da parte di Y. Hason. Cf. anche E. Sivan, "The beginnings of the Fada'il Al-auds Literature" in Israel Oriental Studies 1 (1971 ), 263-271.

11. Lettera 64 dell'edizione benedettina (P.L. vol. 182, coll. 169-70); La traduzione inglese si trova in Bruno Scott James, The Letters of St. Bernard of ClairvauJ, 1953, 90-92.

12. Cf. L'articolo di J. Prawer (in ebraico) "Christianity between the Heavenly and the Earthly Jerusalem" nel volume Jerusalem through the Ages (vedi sopra, nota 4), 179-192

13. Su questo argomento cf. W.D. Davies, "Jerusalem and the Land: the Christian Tradition" in M.M. Tanenbaum and R.J.Z. Werbwlowsky (edd.), The Jerusalem Colloquium on Peligion, Peoplehood, Nation and Land (Jerusalem, 1972),115-154; cf. anche il contributo di Canon M. Warren nello stesso volume, 187 e sgg.

14. In loannis Evangelium, Tract XXXII (P.L. vol. 35, col. 1642).

15. P.G. vol. 46, col. 1013.

16. Epistle 58 (P.L. vol. 22, col. 581).

17. John Milton, ParadiseLostiii, 476-7.

18. J. Prawer, nell'articolo citato sopra, nota 12.

19. Cf. il mio articolo "Jerusalem --Metropolis of all the Lands" nel volume Jerusalem through the Ages (vedi sopra, nota 4), 172-178, e E.E. Urbach, "The Heavenly and the Earhly Jerusalem in Rabbinic Thought", ibid., 156171. L'ultimo articolo offre una bibliografia completa.

20. Cf. Lewis Mumford, The City in History (1961), 8-10 e 12-13, in particolare p. 13: "House and village, eventually the town itself, are woman writ large...

'house' or 'town' may stand as symbols for 'mother'."

21. B. Sundkler, Bantu Prophets in South Africa, 1948 (2nd, augmented ed.Oxford, 1961).

22. S. Talmon, "Die Bedeutung Jerusalem in der Bibel"

Levinson and M. Stohr (edd.), Judisches Volk--Gelobtes Land (1970), 135132. L'articolo è apparso anche in una versione inglese in The Journal o1 Ecumenical Studies 8(1971), 300-316. Le citazioni nel presente studio sono state tradotte direttamente dall'originale tedesco ll passaggio citato qui si trova alla pagina 142 del testo tedesco.

23. B. Berakhoth 32 b.

24. Midrash Tanhumah, inizio della sezione Pequdey

25. S. Talmon, articolo citato, p. 144.

26. B. Ta'anith 5 b.

27. Precedentemente Decano della "Harvard Divinity School", poi Vescovo di Stoccolma.

28. Krister Stendhal, in Harvard Divinity Bullettin, autunno 1967.

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Ultimo aggiornamento: 16/01/10