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"...eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerá nuovamente al bene,che ritorneranno l'ordine, la pace, la serenitá"Annalies Marie Frank
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La milah: benedizione o condanna?
Le opinioni di Amos Luzzatto, Presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, e di Josef Levi, Rabbino-capo di Firenze


a cura di Silvia Antonucci

La milah: un tema scottante per la sua presunta crudeltà e pericolosità e per il suo ruolo fondamentale nella conversione all'ebraismo per l'uomo. La milah, sottoliena Amos Luzzatto, è molto importante per Abramo e per Mosè.
Abramo, prima di entrare nel patto, ha dei comportamenti che si possono definire "strani": durante la guerra dei 4 re, prima della distruzione di Sodoma e Gomorra, diventa guerriero e porta con sé non il suo "esercito", ma i suoi "allievi" (così è scritto nella Torah). Quando ritorna vincitore, riporta al re di Sodoma prigionieri e bottino; il re vuole dare a lui i prigionieri (nel testo viene usato il termine "nefesh", "essere umano"), ma egli li rifiuta. Perché mai si comporta così?, si chiede Luzzatto, è molto strano che non pensi a convertirli, al ghiur, pratica da lui altre volte usata.
Se Abramo agisce così, vuol dire che non era "integro"; attraverso il cambio di nome e la milah avviene in lui un cambiamento sostanziale: al suo nome viene aggiunta la "he" che ha valore numerico 5 (2 occhi+2 orecchi+1 pene). L'atto di vedere e sentire è automatico, non è una scelta, non porta alcun merito, mentre l'eroe, colui che compie grandi gesta, è colui che controlla (non che annulla) i propri impulsi, colui che sceglie.
Con la milah ed il cambiamento di nome, Abramo sceglie il D-o unico. Riguardo a Mosè, Luzzatto ricorda l'episodio della circoncisione del figlio: nel cap.4 di Shemot (Esodo), v.19, Mosè deve andare subito, con moglie e figli, in Egitto; al v.24, mentre Mosè e la famiglia stanno pernottando, arrivano 2 angeli per ucciderlo; la moglie conosce il motivo, fa la circoncisione al figlio e risolve la situazione. E' strano che sia la madre a compiere questo gesto (inoltre Tzippora era medianita, non ebrea) e non è chiaro se lei salvi Mosè o il figlio. Nel testo è scritto anche che lei con il sangue del bimbo toccò i piedi, ma non si sa di chi. Il brano non è chiaro, quindi vuol dire che c'è qualcosa di importante da capire.
Nel Talmud babilonese, in Nedarim, nella Mishnah, si parla dell'enorme importanza della milah che comprenderebbe 13 patti; essa è addirittura superiore al sabato: è possibile farla anche durante quel giorno, mentre invece non si possono mettere i tefillin. Nella Ghemarah è scritto che tutti i meriti di Mosè non valgono la milah; eppure sarebbe stato pericoloso effettuare la milah su un bambino tanto piccolo all'inizio di un lungo viaggio, allora perché Mosè è stato punito?
Probabilmente perché ha pensato prima al pernottamento, che non è una mitzvah invece di compiere subito la circoncisione del figlio. L'importanza della milah equivale a tutte le altre mitzvot della Torah anche se è basata sulla tradizione orale.
Nel testo D-o chiede a Mosè di essere integro, ma rispetto a che cosa? Non si tratta del fisico ma della sua capacità di comportarsi. La milah è il segno del patto ed il patto stesso, è al tempo stesso significante e significato; si tratta di due facce della stessa medaglia.
Luzzatto afferma che la circoncisione è una mitzvah del padre, il bambino "viene introdotto" nel patto, non è ancora in grado di poter scegliere, è il padre a scegliere per lui; educare il bambino vuol dire comunque influenzarlo, è inevitabile, è il genitore a scegliere. Riferendosi al dibattito se la circoncisione e l'infibulazione siano pratiche barbare, ha affermato che la discussione è ancora aperta, la risposta è difficile. La circoncisione, come tutte le operazioni, può essere pericolosa per il neonato, ma resta comunque il gesto fondamentale che fa entrare il bambino o il gher, nel Patto con D-o.
Secondo Josef Levi non è facile capire il senso della milah nella Bibbia. Nella parashah di Vaicrah è scritto il dovere di fare la circoncisione nell'VIII giorno per entrare a far parte della collettività. La milah è fondamentale per l'ebreo, è condizione indispensabile per partecipare al Seder di Pesach. Eppure la circoncisione era praticata anche da altri popoli nei tempi antichi, qual è la differenza?
Levi risponde che è nel senso: per gli ebrei c'è un nuovo significato, si crea un patto storico-etico con il Signore. Durante il periodo ellenistico la circoncisione era meno diffusa, era diventata il segno distintivo del gruppo ebraico, il segno della conversione, era un atto di purificazione. Filone di Alessandria ha proposto vari significati della milah: per motivi igienici, di fecondità, di controllo, e, riferendosi alla tradizione platonica, per avere la "giusta misura". Prima della milah di solito si svolge la mishmarah che ha la funzione di proteggere il neonato; durante la circoncisione, a cui è presente il profeta Elia che sorveglia il bambino, vengono recitate benedizioni sulla milah stessa e su Avraham, ovvero su colui che ha scelto D-o, particolare questo rilevante soprattutto quando la circoncisione viene fatta ad un gher adulto che compie la scelta di convertirsi.

 

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Ultimo aggiornamento: 16/01/10