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"...eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerá nuovamente al bene,che ritorneranno l'ordine, la pace, la serenitá"Annalies Marie Frank
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La "pace" araba

Per Arafat la parola "pace" significava far saltare gli autobus provocando
in Israele stragi e disperazione fino al momento in cui gli Usa non lo hanno
minacciato di chiudere I cordoni della borsa. Per egiziani e giordani la
parola "pace" significa non belligeranza e una sorta di guerra fredda con
messaggi di odio feroce e l'insegnamento ai giovani, attraverso la scuola e
i media, che Israele e' il demonio che "inquina" il Medio oriente, che
Israele deve cessare di esistere, che l'Olocausto e' un'invenzione sionista
e cosi' avanti, chi piu' ne ha piu' ne metta. Per la Siria la parola "pace"
che tanto aveva illuso gli israeliani un paio di mesi fa   non  ha altro
significato che  farci la guerra attraverso I terroristi hezbollah  che,
proprio dopo il primo ridicolo colloquio tra Clinton, Farouk Shara e Ehud
Barak, si sono scatenati e negli ultimi giorni abbiamo avuto 6 dei nostri
ragazzi uccisi e tutta la popolazione del nord della Galilea, bombardata per
notti intere, e' costretta a vivere nei rifugi sotterranei. Impossibile
andare al lavoro, a scuola, all'asilo. Giorni fa un razzo katiuscia dei
terroristi e' caduto proprio nel cortile di un asilo del nord per fortuna
mentre i bambini erano ancora per la strada. In Israele ci si chiede:cosa
fare? E tutti in coro: dobbiamo uscire dal Libano. Questo e' il leit motiv
degli ultimi dieci anni ma uscire dalla fascia di sicurezza del Libano non
e' facile, ci sono problemi enormi che trattengono la' il nostro
esercito.Nel momento in cui non avremo piu' quei 40 chilometri di
"sicurezza" tutte le citta' del nord saranno in pericolo, compresa Haifa,
esattamente come prima  del 1982 quando Arafat   e le sue bande   avevano
creato in Libano la guerra civile, iniziato la distruzione di quel paese e
il bombardamento del nord di Israele poi  continuato con gioia dalla Siria
succeduta ad Arafat nell'occupazione di quel paese. Un altro motivo che
trattiene il nostro esercito nella fascia di sicurezza e' il terrore delle
popolazioni libanesi del sud, tutte cristiane, di essere attaccate dai
terroristi islamici e trucidate nel momento in cui non ci fosse piu'
l'esercito di Israele a difenderle. Il terzo motivo e' di non abbandonare
l'esercito libanese del sud, alleato di Israele nella lotta contro il
terrorismo siro-iraniano. Oggi il Telegiornale di Euronews, nella sua grande
ignoranza, ha detto che il governo di Israele, pressato dalle destre, ha
deciso di bombardare  tre  centrali elettriche gettando il Libano nel buio
totale. Vorrei dire ai giornalisti di Euronews e anche agli altri che quando
vengono uccisi I nostri ragazzi non esiste in Israele destra o sinistra,
esiste solo un paese che ama I propri figli e che non vuole piu' vederli
morire per niente. Di fronte ai nostri ragazzi uccisi Israele e' unito e
Barak lo ha detto chiaramente:" se loro ci colpiscono attraverso I nostri
figli noi colpiremo loro, non c'e' discorso contro il terrorismo". Nessuna
pressione delle destre, tutto Israele sarebbe andato a bombardare quei
maledetti terroristi che da 30 anni costringono le popolazioni del nord a
vivere nei rifugi, le generazioni degli ultimi anni sono cresciute dentro I
rifugi e forse e' ora di finirla. Come mai Amnesty International non parla
mai dei bambini israeliani resi isterici dalla paura dei bombardamenti
continui, costretti a vivere sottoterra per giornate intere? Non fanno pena
perche' I rifugi sono belli, puliti, pieni di giochi ma I danni psicologici
ci sono   e saranno irreversibili. Per non parlare dei civili che muoiono.  
Quello che sta succedendo questi giorni conferma il mio articolo di
dicembre: nessuna pace e' possibile con un assassino, terrorista,
trafficante di droga come Assad, presidente siriano


Deborah Fait
Israele
Gerusalemme Capitale


Israele e il Vaticano

Quando nel 1896, all'inizio della campagna per la creazione di un Focolare
Nazionale Ebraico,  Theodor Herzel  si rivolse al Vaticano  ne ebbe una
gelida accoglienza. Nel 1904 Papa Pio X  disse: " Non possiamo impedire agli
ebrei di andare a Gerusalemme ma non avranno mai il nostro aiuto. Gli ebrei
non hanno voluto riconoscere la divinita' di Gesu' e noi non possiamo
riconoscere il popolo ebraico".
Nel 1964 Papa Paolo VI  ritornando da Gerusalemme occupata dalla Giordania
costrinse  il Presidente israeliano Zalman Shazar a recarsi a Megiddo per
incontrarlo.Non pronuncio' MAI la parola "Presidente" e MAI la parola
"Israele'.
I rapporti tra ebrei e cristiani sono sempre stati molto difficili, gli
ebrei hanno sopportato per 2000 anni indicibili sofferenze causate loro
dalla Chiesa, sofferenze che forse non si sono concluse con la Shoa' e il 
colpevole silenzio di Pio XII. Gli schiaffi morali , le ingiustizie e le
sofferenze sono destinati a continuare a causa di una politica vaticana 
disgustosamente antiisraeliana, o meglio,  clamorosamente pro-palestinese e
pro- araba in generale. Israele e' nato nel 1948 e il Vaticano, che ha
sempre avuto rapporti diplomatici affettuosi con le piu' atroci dittature
(Iraq, Siria, Iran, Libia) non ha mai voluto riconoscere la democrazia
israeliana e lo ha fatto, caso unico al mondo, dopo 45 anni dalla sua
creazione,  nel 1993, e soltanto dopo la firma di "pace" tra Rabin e Arafat.
Quasi aspettasse una sorta di benestare dei paesi arabi. Anche dopo il
riconoscimento e lo scambio delle diplomazie il Papa ha ricevuto il Rabbino
capo di Israele  Ysrael Meir Lau  nella residenza di Castel Gandolfo luogo
molto meno importante del Vaticano. In Vaticano il Papa ha invece sempre
ricevuto con tutti gli onori Jasser Arafat, lo ha ricevuto  anche quando le
sue bande di feddajin facevano saltare in aria aerei e prendevano d'assalto
gli aeroporti di tutto il mondo.  La paura della Chiesa cattolica per I
propri interessi nei paesi arabi e l'eterno conflitto sul non riconoscimento
della divinita' dell'ebreo Gesu' hanno impedito ogni tipo di rapporto
amichevole nonostante le visite nella Sinagoga di Roma e le varie richieste
di perdono per le persecuzioni sofferte dagli ebrei.  Fumo negli occhi, alla
base di tutto resta  la realta' di un odio durato 2000 anni. Odio
alimentato, si, dalla accusa del "deicidio" ma anche da una sorta di
invidia: Gesu' era ebreo, Mose' era ebreo, Abramo, appartenente alla tribu'
degli habiru, una tribu' semitica, e' stato mandato via da Ur dei Caldei
dalla voce del suo unico Dio che voleva farlo Padre di una  Grande nazione
di sacerdoti, gli ebrei. Habiru=ebrei, I sacerdoti di questa religione
monoteista vecchia di 5000 anni mentre le altre due, cristianesimo e islam,
sono arrivate millenni piu' tardi per "copiare" l'ebraismo e modificarlo ma
il popolo eletto da Dio resta sempre il popolo ebraico. Rabbia? Invidia?
Forse. Sicuramente competizione: il popolo eletto adesso siamo noi
cristiani, l'ha detto il cardinale Ratzingher. E se lo dice lui.A noi ebrei
questa elezione ci ha sempre procurato un sacco di guai!
Questi sentimenti  inducono  il Vaticano, nella persona del Papa, a
commettere vari errori di diplomazia  e di bon ton. Giorni fa Arafat  ha
firmato con Giovanni Paolo II un documento sui luoghi sacri di Gerusalemme.
Cioe' per capire meglio: il capo di uno stato europeo (Vaticano) ha firmato
con il rappresentante di uno stato che ancora non esiste (Palestina) un
documento alla faccia di un altro stato(Israele) e la sua capitale
Gerusalemme. Pare abbastanza per creare un incidente diplomatico e qualsiasi
nazione al mondo, di fronte a tanta sfacciataggine, lo avrebbe fatto.
Israele no. Israele deve stare zitto e inghiottire il rospo. Ma non basta,
nella sua visita in Israele il Papa ha deciso di tenere una messa di massa
all'aperto proprio il giorno del sabato, sacro per gli ebrei. Il Capo della
Chiesa cattolica potrebbe celebrare la messa la domenica o il giovedi'o
qualsiasi altro giorno della settimana che si tratterra' in Israele ma e'
stato scelto il sabato. E' questa la tanto sbandierata tolleranza di cui
Giovanni Paolo si fa portatore? Viene qui in Israele, ops scusate, in Terra
Santa , per dare un ulteriore schiaffo morale agli ebrei e per offendere gli
osservanti dissacrando lo Shabbat?
Israele ricevera' con rispetto Giovanni Paolo II, il rispetto dovuto a un
capo di stato ma non di piu'. Il Papa non si aspetti calore e amicizia
perche' questi sentimenti devono essere alimentati dalla reciprocita'.

Deborah Fait
Israele

Associazione di Amicizia Marche Israele - Pagina attiva dal 1995 - E mail: aami@eclettico.org
Ultimo aggiornamento: 16/01/10