robot

A ottobre del 1922, a New York andò in scena RUR, la commedia che avrebbe cambiato il mondo con una sola parola. Scritta dal commediografo ceco Karel Čapek, era stata rappresentata diciotto mesi prima in Cecoslovacchia. Ancor prima di debuttare a Londra, nel 1923, la commedia era stata tradotta in trenta lingue. L’influenza planetaria del titolo dipendeva dal fatto che il titolo era l’acronimo di Rossum’s Universal Robots (I robot universali di Rossum), da cui sarebbe scaturito il termine ora universale «robot». Čapek l’aveva adattato da una vecchia parola ceca, che significava «schiavitú». Nella commedia, la società si basa sul lavoro di docili robot creati dallo scienziato Rossum; quando i robot acquisiscono un elemento di natura umana, uccidono i loro padroni. Pur composti di una qualche strana carne meccanizzata (tecnicamente sono quindi dei cyborg), i robot non possono riprodursi. Tuttavia, nell’atto finale due robot sconfiggono la propria sterilità. Saranno i nuovi Adamo ed Eva.

Cobb, Matthew. Mente e cervello: Una storia filosofica e scientifica (Italian Edition) (p.200). EINAUDI. Edizione del Kindle. 

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