cronostesia

La memoria episodica e la progettualità hanno un elemento in comune: entrambe presuppongono la facoltà di spostarsi mentalmente nello spazio e nel tempo, ossia immaginare sé stessi in un altro luogo, o in una circostanza passata, o in una situazione in cui ci si aspetta di ritrovarsi in futuro. È come se la mente proiettasse un breve filmato di una scena già accaduta, o che deve ancora accadere, e avesse un occhio interiore in grado di vedere qualcosa che esula dall’hic et nunc. È quel che la scienza chiama ‘cronostesia’ o ‘viaggio mentale nel tempo’ (mental time travel). Forse questo discorso sta stimolando un ricordo episodico di quando hai letto la lista di Hockett, quella alle pagine 38-39. In effetti, una delle proprietà della lingua è quella di comunicare di cose che non si trovano qui e ora. Ebbene, per fare questo bisogna essere capaci di pensare a cose lontane nello spazio e nel tempo. Dunque la lingua nella sua forma attuale presuppone la cronostesia.

Johansson, Sverker. L'alba del linguaggio (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 1412-1419). Ponte alle Grazie. Edizione del Kindle. 

Come per molte altre facoltà cognitive che noi tendiamo a considerare tipicamente umane, anche per queste sembra esserci una differenza di grado, più che di specie: il nostro mental time travel è sicuramente più evoluto di quello dello scimpanzé, ma il divario non è poi così abissale.

Johansson, Sverker. L'alba del linguaggio (Italian Edition) (posizioni nel Kindle 1435-1437). Ponte alle Grazie. Edizione del Kindle. 

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