Luca Tentellini

28/10/2002

ESSERE RADICALI E NON ANDARE A TIRANA

Forum di Radicali italiani

 

Cari compagni, poche righe non richieste ma molto meditate sul congresso di Tirana da un semplice militante di Radicali Italiani.

PERCHE’ NON VENGO A TIRANA E NON MI SONO ISCRITTO AL PRT :

A. Premessa breve e necessaria.

Per il 2002 mi sono iscritto a Radicali Italiani e a Nessuno tocchi Caino e ho partecipato al primo congresso del luglio scorso. Come radicale e come convinto liberale sin dallo scorso aprile, dalle pagine del quotidiano L’opinione delle Libertà, ho cercato, nel mio piccolo, piccolissimo ed umile ambito di sostenere le iniziative dei radicali italiani, dell’ottimo segretario Capezzone e della Direzione; ad alcune manifestazioni ho anche aderito e presenziato in prima persona e ho così avuto modo di conoscere ed apprezzare la guida dei radicali odierna ( Marzano, Grippo, De Lucia, Rita Bernardini, Benedetto della Vedova... tutti veramente bravissimi).
Unica nota negativa: l’unanimismo al congresso che ho trovato una fastidiosa forma di tribalismo cosa che mi ha spinto a fare l’unico intervento congressuale di dichiarazione di voto contro la mozione generale della quale pur condivido i contenuti ma poco lo stile e il linguaggio ( il dissenso interno ad ogni costo ...un brutto vizio liberale, no ?).

B. Motivazioni politiche e personali della non-partecipazione.

Come molti che hanno incrociato il percorso politico radicale anche io ho ricevuto da Pannella la lettera di invito a partecipare e a sostenere la seconda sessione del 38° congresso del Partito Radicale Transnazionale. E’ lecito aspettarsi -e io me lo auguro- che il congresso del Prt sia invaso letteralmente dai parlamentari italiani iscritti e non solo. Più che la partecipazione dei militanti del piccolo popolo dei radicali italiani si rende necessaria una forte partecipazione di uomini delle istituzioni e dei parlamenti per dare forza e credibilità a un programma politico ( vedi documenti pre-congressuali) forse troppo ambizioso e dal respiro ideale così alto che contrasta in maniera netta ed irriducibile con la mediocre realtà del presente.
Altri invasori dovrebbero assaltare il centro congressi di Tirana: in primis i ministri del governo italiano ma anche gli eurodeputati e i presidenti delle Regioni che hanno aderito alla giornata per la democrazia e libertà religiosa in Vietnam del 21 settembre scorso. Per i politici europei è una occasione irripetibile per incominciare a praticare ciò che spesso si auspica a parole ma che le contingenze e i calcoli di opportunità politica dissuadono dal realizzare in concreto.
Riguardo a me, dopo aver contribuito con 200 euro a R.I. e 100 euro a Hands off Cain l’ulteriore onere di una iscrizione al Prt a quota americana e un viaggio in Abania + spese passaporto avrebbe comportato per le mie due figlie e per mia moglie un sacrificio alle quali non desidero sottoporle. Su questo ho riflettuto molto in queste ultime due settimane e intendo quindi comunicare una mia personale critica al modo univoco di intendre la militanza radicale da parte del gruppo dirigente delle varie, molteplici realtà delle associazioni-partiti-movomenti radicali come se una piena partecipazione politica fosse riservata solo a chi della militanza ha fatto la sua unica ed esclusiva vocazione e professione.
Il calendario e l’agenda politica del Prt tagliano di fatto fuori da una concreta possibilità di partecipazione coordinata e duratura nel tempo a chi non sia militante 24 ore su 24 o già inserito nella struttura operativa dei radicali a stipendio. Siamo cioè chiamati solo a scucire soldi ( giustamente aggiungo) e applaudire il capo quando lui ci chiama ( metodo ingiusto e poco liberale dico io).
Dissento inoltre dal fatto che il congresso è stato già impostato come evento che RATIFICA una linea politica già definita al 99 % e si caratterizza più come una convention pubblicitaria della iniziativa di Pannella e Bonino e come tribuna e veicolo di propaganda che come sede di dibattito tra diverse posizioni interne al mondo radicale e liberale dal quale fare scaturire una mozione generale che, in realtà, è già stata scritta e alla quale resta solo da togliere la dicitura “bozza” e limare qualche parola. E non mi si venga a parlare di “confronto “per favore. Sono decenni che seguo a fasi alterne il P.R. e certe cose non me le bevo più ormai.
Non mi sento infine per niente sminuito nel mio progetto di vita (e non di mera sopravvivenza come dice il Capo a Radio Radicale) se segnalo questo mio dissenso con la non partecipazione al congresso di Tirana. Anzi proverò a continuare a essere radicale italiano e trasnazionale, qui a Roma, anche nei giorni del congresso continuando a coltivare il mio modus vivendi libero, liberale, liberista e libertario per una volta gioiosamente poco pannelliano e per niente boniniano.

Nell’augurare a tutti un buon congresso conto, anzi mi aspetto dai coraggiosi compagni che andranno a Tirana un congresso “robusto” che rilanci l’iniziativa transnazionale alla quale in futuro spero di poter dare il mio piccolo contributo di ostinato dissidente dei già dissidenti radicali.

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