Enrico Sbardolini
enricosba@libero.it

 

Riflessioni sul Partito Radicale

Considerazioni :
da sempre soffre di difficoltà sul piano informativo e comunicativo verso l'esterno;
come sunto del suo programma dichiara l'obiettivo di "modernizzare" il paese;
porta come esempio la propria capacità imprenditoriale tecnologico-politica (RR ed Agora);
preconfigura una sua futura trasformazione in un inedito politico; una struttura telematica.

Constatazioni:
gestisce due forum riservati e non consultabili da chi non è utente registrato Agora;
non ha modernizzato l'ex suo provider come il resto della rete in cui i costi con profitto sono liberisticamente scaricati sulla pubblicità o sui tempi di connessione;
gestisce la radio come uno strumento più accessibile ai politici di altri partiti che ai radicali.
della modernizzazione di se stesso non discute pubblicamente e nemmeno privatamente.
farà un'analisi degli esiti della sua politica degli ultimi 15 mesi, anche patrimoniali, fra non meno di venti giorni in una riunione le cui regole, allo stato attuale, sono indeterminate.

Qualunque militante ...
... sa che non esiste altro "luogo politico" in cui migrare che consenta di restare se stessi o migliorare.
... da tempo è disabituato all'autocritica ed alla critica serrata, ma seria propositiva ed utile, dei propri leaders.
... nel migliore dei casi godrà di qualche minuto per condensare il proprio pensiero.
... non avrà il tempo sufficiente per approfondire i contenuti espressi dai compagni.
... non potrà in alcun modo contribuire o replicare a questi interventi.
... subirà sintesi e conclusioni inevitabilmente affrettate, personali e parziali.
... subirà l'inerzia, la lentezza, il conservatorismo di metodi vecchi.

La diretta internet ed i files consultabili a posteriori
vengono intesi come MODERNITA'.

Questo è un' utilizzo OTTUSO limitato allo SPETTACOLARE della telematica.

C'è da chiedersi se per incompetenza o calcolo.

Ogniuno dovrebbe pubblicare qui, per tutti e anticipatamente, il brogliaccio delle sue riflessioni e delle sue proposte, sollecitandone ed accettandone la critica in positivo.

Laicamente, umilmente, propositivamente rendendole disponibili e sinergiche.

(dovrebbe essere superfluo ricordare che chi rifiuta l'informatica difende l'analfabetismo)

Anche qui ad ogniuno s'impone la scelta tra l'esercitare tutte le prerogative del cittadino o rassegnarsi al ruolo di suddito.

Si vul essere "nodo interattivo" nella rete PR o "terminale col solo accesso alla lettura"?

Con brutta ma efficace traslazione: militante o militonto?

Si dovrebbe avere un utile coraggio dei propri errori, dei propri dubbi, dei propri sogni

 

 

Un Congresso ... ?  Quando ce vò ... ce vò!

Lettera aperta a Marco Pannella

 

Marco, come ascoltatore interattivo ieri m'hai fatto incazzare di brutto.
Purtroppo son più le volte che mi fai incazzare di quelle che mi esalti.
Risento dell'essere in ogni caso "frullato" e nella mia prima reazione s'è visto di sicuro.

Ora cercherò di esprimere più chiaramente ciò che non posso accettare del tuo scritto, ma la cosa più sconcertante, vorrei qualche parere da altri, è che nessuno in assemblea o in rete abbia avanzato gli stessi rilievi che ho introdotto ieri e che ribadisco ora.

Una notazione incontrovertibile è che qualsiasi sia la carica dalla quale ti dimetti, a te non è permesso dimetterti da te stesso, da "corpo" del radicalismo, da carisma del PR.

Non c'è bisogno di ricordare che ci hai educati tutti, radicali vecchi e nuovi, alla "religione" del rispetto delle regole e chissà quante volte ogniuno di noi si è riferito alla frase: «Il PR proclama il diritto e la legge, diritto e legge anche politici del Partito radicale, ... » con cui si apre il preambolo allo statuto.

La retorica è ovviamente voluta perché oggi, ieri anzi, tutto mi è sembrato una gran sola, una bufala, un pacco ... "religiosamente" parlando una litania bigotta.

Da tempo, non primo né solo, richiedo la convocazione del congresso perché ce n'è un bisogno politico prima che un'esigenza statutaria. La risposta che si prefigura è che al minimo, e se si verificheranno determinate condizioni, ci vorranno ancora 15 mesi. Inoltre la sua preparazione dovrà essere affidata ad una replica del comitato, più o meno fantasiosamente composta, che in ogni caso dovrà prima ed autonomamente redigere un nuovo statuto e tracciare il progetto.

E delle regole che ci sono che ne è?
Dopo anni di sospensione c'è una qualche legge che le dichiara decadute?
I "legali responsabili" secondo le norme del codice civile cosa ti dicono? Ubbidiscono?
Basta un comitato auto od etero investito per chiudere una storia statutaria, e che storia?
Non è il Congresso l'unico soggetto che può assumersi l'onere delle decisioni come da statuto?
(4.1.1. E' l'organo deliberativo del partito, di cui stabilisce gli orientamenti e l'indirizzo politico,...)
E poi quel preambolo, che per me è il vero emblema distintivo del PR e chiave di comprensione del come solo attraverso l'affermazione della certezza del diritto si possa sperare di attuare il libertarismo, è vuota reclame?

E' da tempo che molti atti "autoritativi" si sono compiuti per tuo volere, Marco, ed ora queste tue proposte sono stravolgenti delle regole scritte, legalmente votate, del Partito radicale.
Lo sai meglio di chiunque altro essendoti incazzato una vita con chi fa cose così.

Non c'è proprio alcuna speranza che tu possa rivalutare l'osservanza?
In questa logica come contrastare il "meglio Berlusconi"?
E se a lui va bene, magari per qualche lustro, tu come pensi verrai catalogato e ricordato?

E. S.

P.S. pallosissimo dover sprecare il tempo così, per le regole!