Mauro Mellini:

L'Opinione - 18/4/2000

Ciò che resta della questione radicale
di Mauro Mellini

I fatti si sono incaricati di dimostrare che l’ontranzismo maggioritario, uninominalista e bipartitico portato avanti in una prospettiva di briciole proporzionaliste in mezzo alla contesa con le regole del maggioritario era quello che era, cioè un imbroglio. Un imbroglio che solo il fondamentale velleitarismo e l’eccesso di ingordigia hanno impedito di tradurre in una storica stangata ai danni di quanti hanno preso troppo sul serio i successi pannelliani alle europee.
Oramai è chiaro a tutti che l’unico modo in cui il gruppo Pannella-Bonino può contribuire seriamente al consolidamento del maggioritario è quello di togliersi di mezzo magari rifugiandosi sul serio, come promesso nel 1988, nell’empireo transnazionale e transpartitico.
Così come chi voglia seriamente realizzare qualcosa di serio non solo per stabilire regole elettorali e non che garantiscano stabilità e possibilità di alternativa, ma anche per dare al nostro Paese condizioni liberali, liberiste e libertarie (come ripeteva diligentemente Emma Bonino in campagna elettorale) deve evitare accuratamente di accreditare con accordi e ammiccamenti il gruppetto post radicale come forza depositaria di tali valori e capace di portarli avanti con un minimo di coerenza.
La grande capacità tattica e di sfruttamento mediatico di ogni contingenza di cui indubbiamente ha dato prova Pannella ritagliandosi, bene o male, uno spazio assolutamente sproporzionato in questa delicata e seria prova elettorale fondandosi praticamente sul nulla, è una ragione di più per valutare per quanto è avvenuto e per quel che dovrà avvenire persone e fatti avendo ben presente, appunto, il vuoto che sottende a tanta disinvoltura.
La “questione radicale”, emersa tra le contraddizioni più assurde, in circostanze da dimenticare, è dunque chiusa?

Sarebbe un errore arrivare, con il senno di poi, a tale conclusione. La “questione radicale”, non diciamo quella della storia di questo singolare movimento, ma anche solo quella piuttosto squallida, così come posta, recepita e conosciuta in questa vicenda, presuppone altro ed ha fatto emergere altro. Si può dire, in verità, che proprio coloro che hanno preso sul serio il “rischio Pannella”, lanciando grida d’allarme per ”l’inquinamento” che tale presenza avrebbe comportato per i “valori” delle forze del Polo e poi quegli altri per i “valori comuni” della coalizione di centrosinistra, hanno, poco importa se a torto o a ragione attribuendone il legittimo possesso a Bonino e compagni, evocato, appunto, l’immanenza e la rilevanza di “valori radicali”, quelli delle battaglie per i diritti civili, per la laicità della società e dello stato, della lotta alla partitocrazia e contro il sistema clientelare. E questi valori non sono un bluff e con essi e con le attese che determinano comunque, Forza Italia e il Polo dovranno fare i conti. Questo non significa che la sconfitta impietosa delle candidature e delle liste boninian-pannelliane debba servire solo a riaprire il dialogo con quel gruppo, magari reso più ragionevole, il che è assai problematico, dalla batosta. Chi conosce uomini (e donne) e cose sa che ne profitterebbero solo per rifarsi un po’ di credibilità da spendere nel peggiore dei modi. Forza Italia non deve considerarsi costretta a cercare al proprio esterno, con accordi con i rottami del partito radicale, il diritto-dovere di rappresentare quei valori. Altrimenti non potrà che realizzare accordi grotteschi e fasulli, che non le gioveranno e che, infine non gioveranno nemmeno a chi, trattando, otterrà solo nuovi strumenti solo per sperperare e appannare quei valori. 

Rappresentare tutto l’arco delle forze e le idee liberal-democratiche, dai cattolici liberali, ai conservatori liberali, ai radicali, armonizzandone consonanze e diversità, deve essere ambizione di Forza Italia. E coloro che hanno fornito alibi a Pannella strillando che un suo ragionevole accostamento al Polo avrebbe comportato che quest’ultimo adottasse “l’etica della droga”, e via discorrendo, sarebbe bene che intanto, imparassero quali che possano essere talune connotazioni di cattivo gusto e di confusionismo delle ultime manifestazioni di disobbedienza civile di Pannella, la differenza che passa tra etica e legislazione, tra proibizionismo ed azione diretta a disincentivare. Forza Italia ha in sé, e potrà averne quante ne vorrà, idee, forze e persone capaci di interpretare e realizzare, come solo possono essere realizzati concorrendo al divenire maggioranza nel Paese e nelle istituzioni della liberal democrazia, i “valori” radicali. Quelli stessi che fanno paura agli stolti e che invece può far paura siano sbandierati e monopolizzati da chi vuole solo strumentalizzarli e dissiparli.

Mauro Mellini