Massimo Lensi

15-Set-00

Considerazioni sul futuro dei radicali

(dal www.radicali.it al www.pololaico.it)

Vorrei fare alcune considerazioni sulle elezioni per il rinnovo on line di 25 membri del comitato, partendo dagli aggiustamenti procedurali approvati dall'ultima riunione dello stesso. Premetto che non mi sono registrato alle elezioni on line perche' non ho motivazioni a farlo e che le considerazioni in questo intervento sono, come dire, neutrali.

Prima considerazione: Pannella ha scelto (o comunque si sta delineando: c'e' un po' di confusione mi sembra) il sistema delle liste contrapposte da eleggere col proporzionale (mi pare) per un semplice motivo: per gestire le candidature. E' lo stesso sistema che e' stato adottato per l'elezione del Consiglio Generale del PR negli ultimi due congressi. Questo sistema ha il vantaggio che se la Direzione (del Comitato) presentera' due-tre liste da 'lei' sponsorizzate, queste faranno il pieno o quasi dei 25 posti vacanti. E' ovvio che se Pannella e Bonino inviteranno a votare per la Lista tematica-programmatica A e la Lista ecc. B, queste prenderanno proporzionalmente 20-25 eletti. Oserei dire che il contrario e' quasi impossibile. Le Liste C, D, E e via cosi' non avranno minime chanche. Se poi nelle teste di lista si candideranno in una lo stesso Pannella (che non e' piu' membro del Comitato, e quindi potenziale candidato) e nell'altra coloro che ormai 'de facto' sono membri del Comitato (i Caccavale, i De Vita, i Grauso ecc.: sono solo esempi), la visibilita' sara' ancora maggiore. Nelle teste di lista si troveranno inseriti anche candidati comuni (come i punti di riferimento e alcuni militanti) che pero' dovranno godere di quelle sufficienti garanzie di affidabilita' per la cooptazione in seno all'organo dirigente del Movimento. Non e' assolutamente fondata la critica di coloro che 'auspicano anche internamente l'adozione di un sistema uninominale maggioritario (su che basi poi) o di una lista unica': da dieci anni ed oltre, ripeto, nei congressi del PR e' stato adottato questo sistema per il rinnovo del CG e nessuno ha mai detto niente, eppure quella per il maggioritario era una campagna gia' lanciata da anni.

Seconda considerazione: il nome delle liste ha poca importanza nel contesto di elezioni interne (ma non esternamente). Ripeto per far capire meglio lo stesso esempio di sopra: il congresso del partito. Nel 1989 (Congresso di Budapest) erano state presentate due liste contrapposte, Rassemblement Transantional (della segreteria) e Arcobaleno (della cd opposizione). Non vi erano criteri di scelta altri che la storia personale dei candidati che facevano parte delle liste. In quel caso c'era anche il voto di preferenza (l'elettore votava la lista ed esprimeva fino a due preferenze), abolito successivamente (liste bloccate all'israeliana) al Congresso di Roma (1995), dove furono presentate tre liste (due della segreteria - 30 eletti su 35 - ed una alternativa - 5 eletti). Oggi e' la stessa cosa. L'elettore vota la lista dove saranno candidati coloro che godono della sua fiducia. Niente di scandaloso, direi. Il nome della lista avra' solo lo scopo di facilitare alcuni immediati riconoscimenti e di far vedere all'esterno la tipicita' del mondo radicale (un esempio: se dovessi promuovere io una lista la chiamerei 'Liberta' per il Tibet' e chiederei ai compagni impegnati di farne parte. Non e' detto che ci riuscirei). Va da se' che se qualcuno presentera' una lista denominata 'Per la reintroduzione della pena di morte in Italia', per fare un secondo esempio, avra' una specifica visibilita' nettamente in contrasto con quella delle altre liste. Si vota la persona, candidata in una lista, ma sempre si sceglie colui che gode della propria fiducia. Il nome della lista serve solo a creare omogeneita' tra i candidati (per il centro-destra, per il centro-sinistra. In questo caso anche come piccolo sondaggio interno).

Terza considerazione: le maggiori critiche che venivano a questa elezione, prima dell'ultima riunione del Comitato, avevano come elemento fondante l'auto-referenzialita' del Comitato. Non si capiva per quali motivi uno, per di piu' esterno al partito, al movimento, si dovesse registrare per contribuire ad un qualcosa che gliene poteva fregar di meno. Un qualcosa che faceva parte di un soggetto politico esterno alla sua vita. Curiosita'? Voglia di rompere i coglioni? Con l'introduzione delle liste programmatiche si immette l'elemento del contenuto, creando almeno nominalmente, delle liste con variabili politiche di riconoscimento. Ripeto l'esempio di quello che vuole reintrodurre la pena di morte in Italia. Si introducono in questo contesto i cosiddetti 'valori', prima esclusi.

Quarta considerazione: l'iniziativa on line dopo i ritocchi di Pannella assume anche una valenza esterna di non poco conto. Pannella sta preparando (o almeno sta cercando di preparare) il terreno per le prossime elezioni politiche. E questo non e' una novita'. Ma verso dove? Prendiamo ad esempio la prossima manifestazione del XX settembre. Perche' mi sono chiesto, Pannella ritira fuori dall'armadio il suo anticlericalismo di maniera, un po' ottocentesco? Perche' e' incazzato sulla faccenda di Pio IX? Non credo proprio che sia la beatificazione di Papa Mastai a farlo incazzare o almeno questa non e' segnatamente la causa scatenante. Pannella sa perfettamente che il tempo della battaglia per il maggioritario e per la creazione del bipartitismo e' stato messa in soffitta per qualche anno. E, da pragmatico quale e' sempre stato, sta cercando almeno di creare nei due poli una certa omogeneita' sui valori, in maniera tale che per l'elettore sia piu' facile scegliere. Se e' vero che a destra, a parte l'eccezione di un Martino, c'e' compattezza sui valori, dall'altra parte, a sinistra, e' il caos. Con l'accelerazione, chiamiamola anticlericale (ma non culturale), Pannella prova a far venir fuori compattezza anche a sinistra, costringendo, prima dei tempi fisiologici (o dei ribaltoni) la componente cattolica del centro-sinistra a fare le valigie e passare con la Casa delle Liberta'. Se i Mastella, Dini, Castagnetti e compagnia, facessero le valigie, cadrebbero tutta una serie di veti incrociati, sui programmi ed anche sulla candidatura di Rutelli (non e' lui che dice sempre essere le segreterie dei partiti a scegliere il premier?) e si creerebbe una certa omogeneita' (ripeto certa, ma maggiore di quella attuale) nel centro-sinistra. Mentre a destra la presenza dei transfughi non farebbe altro che a) creare un fronte chiaro e b) scongiurare l'ipotesi del Grande Centro. Questione di poltrone, non di valori, intendiamoci. Non scordiamoci che per Pannella l'Italia e' laica e vincera' sempre se trovera' una rappresentanza chiara sui valori del laicismo. Non e' un caso che ogni tanto Pannella strizzi l'occhio a Martino, componente laica del centro-destra.

Una operazione simile riusci' a portare Rutelli sulla poltrona di sindaco di Roma la prima volta. La Lista Pannella gioco' da ago della bilancia. Il ruolo di Pannella oggi? Su due fronti, omogenei, chiari, alternativi l'uno all'altro, una vera terza forza (i radicali) troverebbe sia maggiore visibilita' che maggiore attenzione sui programmi. Non e' poi fantapolitica pensare che possa ripetersi l'episodio 'ago della bilancia'. Se poi Pannella riuscira' a portare con se' anche il 'laicismo doc' italiano nelle sue liste, il progetto avra' i connotati della perfezione. Se oltretutto la Bonino finisse all'ONU si realizzerebbe addirittura la quadratura del cerchio, considerata l'attuale impraticabilita' per lei della via italiana. Ed i tempi corrono.... Pannella sta aprendo, proprio grazie alle elezioni on line nuova versione, una linea di credito anche ai vecchi radicali e non del www.pololaico.it, i quali da soli andrebbero poco avanti, ma se si candidassero per il rinnovo del Comitato (attenzione: su contenuti e valori), con una propria lista, il parlamentino dei radicali assumerebbe tutto un altro aspetto. Anche nei termini di una nuova dialettica interna, oggi inesistente. E per i vari Negri, Calderisi, Taradash (Vigevano e Mellini?) il reperimento di una nuova sponda in gioco 'reale', a pochi mesi dalle elezioni, sarebbe una vera e propria manna. Se poi anche qualche polista, come Martino, accettasse il gioco...

Ultima considerazione: e per i militanti tavolinari? Poca trippa... attivazione militante classica: raccolte firme sull'8 per mille, sulle clonazioni, Registration Days, ecc. E ai piu' bravi, in sintonia, non dissidenti ne' antipatizzanti, la speranza di far parte del Comitato New Version (nelle liste della Direzione), e qualche candidatura alle prossime politiche in posti di sicura non eleggibilita'.

E' certo che tra il dire ed il fare ci sta di mezzo il mare, ma io la vedo cosi'.

Massimo Lensi